testimoni – prima media 2015-16

1. Ripensando all’oratorio estivo
e all’incontro  con Gesù nell’eucarestia

 

14cat_1m1° incontro: per introdurci:

“Tuttti a tavola”, festa nel giardino di Dio!

le nostre settimane di gioco, festa bellezza, condivisione (diap)

Qualche riflessione

Il cibo e il giardino.
Il cibo è il segno della cura di Dio nei nostri confronti

“Sin dalla creazione, Dio ha voluto manifestare la sua cura per gli uomini
pensando ad un cibo per loro;
da subito ha chiesto loro che questo cibo divenisse un “segno”
di gratitudine nei suoi confronti e di attenzione al fratello.

Da sempre però c’è una tentazione nell’uomo
– continuò Andrea che nel frattempo si era avvicinato –
impossessarsi del cibo , dimenticare i fratelli,
sembra il modo per acquistare sapienza e forza,
per diventare come Dio,
e invece costruisce morte.

Giovanni aprì un’altra pagina del meraviglioso libro e lesse, o forse pregò:

3Voglio proclamare il nome del Signore:
magnificate il nostro Dio!
4Egli è la Roccia: perfette le sue opere,
è un Dio fedele e senza malizia,
egli è giusto e retto…
Porzione del Signore è il suo popolo,
10Egli lo trovò in una terra deserta,
Lo circondò, lo allevò,
lo custodì come la pupilla del suo occhio.
11Come un’aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali.
12Il Signore, lui solo lo ha guidato,
e lo ha nutrito con i prodotti della campagna;
gli fece succhiare miele dalla rupe
e olio dalla roccia durissima,
14panna di mucca e latte di pecora; grasso di agnelli,

Andrea:
Questa cura Dio la manifesta continuamente,
insegnando ai suoi amici a fare altrettanto.

Il cibo: forza di Dio per il nostro cammino

la storia di Elia: (1 re 194-11)

Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino all’Oreb il monte di Dio, già caro a Mosè.

Spreco o sovrabbondanza? il cibo di Gesù (mc 6,34-42)

Giovanni:
Ecco il pane di Gesù: segno della sua cura; dato tutti.

Quando nell’ultima cena ci donò l’eucarestia, ripensammo a questo episodio e capimmo:
quel pane benedetto, spezzato, dato a noi e alle moltitudini era il suo amore, il suo corpo.

Andrea:
“Al momento quelle 12 ceste di pane avanzato mi parve uno “spreco”; un giorno capii: è la “sovrabbondanza” dell’amore che è data ad ogni generazione.

Non è fatta solo del “necessario” per vivere,
ma contiene una “sovrabbondanza di cura” per il fratello
e la bellezza “gratuita”del sua presenza
.

1° momento: La cura di Dio e l’Eucarestia

2° incontro: Dio  e la cura del suo popolo

Dio si prende cura del suo popolo

preghiamo
lett.: Scorra come pioggia la mia dottrina,
stilli come rugiada il mio dire;
come pioggia leggera sul verde,
come scroscio sull’erba.
tutti: 3Voglio proclamare il nome del Signore:
magnificate il nostro Dio!
4Egli è la Roccia:
è un Dio fedele e senza malizia,
egli è giusto e retto.

lett.: 7Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.

in tre gruppo meditiamo

Deut 32

8Quando l’Altissimo divideva le nazioni,
quando separava i figli dell’uomo,
egli stabilì i confini dei popoli
secondo il numero dei figli d’Israele.
9Perché porzione del Signore è il suo popolo,
Giacobbe sua parte di eredità.
10Egli lo trovò in una terra deserta,
in una landa di ululati solitari.
Lo circondò, lo allevò,
lo custodì come la pupilla del suo occhio.
11Come un’aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali.
12Il Signore, lui solo lo ha guidato,
non c’era con lui alcun dio straniero.
13Lo fece salire sulle alture della terra
e lo nutrì con i prodotti della campagna;
gli fece succhiare miele dalla rupe
e olio dalla roccia durissima,
14panna di mucca e latte di pecora
insieme con grasso di agnelli,
arieti di Basan e capri,
fior di farina di frumento

Isaia 5

1 Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
2Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
3E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
4Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
5Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
6La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
7Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

Geremia 31,31-34

Ecco, verranno giorni, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova.
2Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri,
quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto,
alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore.
33Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni
porrò la mia legge dentro di loro,
la scriverò sul loro cuore.
Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
34Non dovranno più istruirsi l’un l’altro,
dicendo: “Conoscete il Signore”,
perché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande
poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato”.

conclusione in preghiera

“proclamazione” di Giovanni 6,1 13.
Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9″C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. 10Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

3° incontro: Gesù “segno” del Padre

Lettura di Gv 6

Entriamo con calma; ci si raccoglie per “entrare” in preghiera
nel momento di preghiera personale i ragazzi recuperano il racconto della moltiplicazione dei pani di

Giovanni 6,1 13;
propongono ai loro amici la frase che li ha colpiti di più.

Gli uomini comunicano non per gesti, ma per segni
(= gesti che indicano qualcosa di più profondo; stima e affetto, riconoscenza eccetera )
ogni segno contiene:
– una parola, una comunicazione( esempio: ti voglio bene)
– è qualcosa di concreto (esempio pacchettino, un oggetto desiderato…)
– Vale perché crea comunione, amicizia, vicinanza.

Compare una pergamena con il versetto di Gv 6,26: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.
Perché Gesù “si lamenta”?

A gruppi sono invitati a riflettere sulla differenza-distanza tra l’idea di “gesto” e di “segno”.
Si  aiutano ricuperando dalla loro esperienza cose che sono segni
e cose che sono semplici gesti (se ce ne sono)

siamo in grado di leggere Gv 6, 26-47

senza preoccupazione di comprendere tutto, ma segnalando tutto quanto fa di Gesù il “segno” del Padre:

Gesù è il “sigillo” del Padre, cioè la garanzia della persistente cura che il Padre ha per noi.
v. 27: su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo
Gesù è la “Parola” del Padre: Deut. 8,3: “ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.”; Gv 6,45 “E tutti saranno istruiti da Dio.”
Gesù è la “sapienza” del Padre
Proverbi 9,5 ci parla del pane come sapienza:
«dice la sapienza: Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato.”.
Gv 6,31-32: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo,
ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”
Gesù è il “pane” del Padre: nutrimento forza sostanza della nostra vita.

Ma a questo punto, è chiaro che l’evangelista che scrive dopo la risurrezione di Gesù,
sta già pensando ad un altro pane-vino, anch’essi segno della cura che Dio ha per noi, ma ormai è la cura definitiva.

i ragazzi sono invitati ad ascoltare la lettura lenta di Gv 6,48-58, dove con ogni evidenza quel pane è l’eucaristia.

4° incontro: Adorazione

(gv 6 e Gv 1)

Gv 1:

Gesù è segno autentico del Padre perché

1. è la sua Parola
2. viene dal Padre
3. Ci dona tutto l’amore del Padre
4. dona la sua vita per consegnarci l’amore del Padre.

Leggi questo brano di Vangelo e indica i versetti dove Gesù manifesta di essere

1. La Parola;
2. Dice che viene dal Padre;
3. ci dona l’amore del Padre;
4. dona la sua vita per consegnarci l’amore del padre.

Giov 1:1

In principio era la Parola,
la Parola era presso Dio
e il Parola era Dio.

2 Egli era in principio presso Dio:

3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.

9 Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.

10 La Parola era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.

11 Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.

12 A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:

14 E la Parola si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,

16 Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.

18 Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

Scrivi una tua preghiera: Ti ringrazio Signore, perché…

2° momento. Si avvicina il Natale

Scopriamo  la sacralità del nostro corpo per entrare nel mistero del
“Verbo che si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi”.

 

Inizio Avvento: Settimana di deserto

La prima settimana è dedicata a un’intensa preghiera che chiamiamo “settimana di deserto”; il tema utilizzato per la preghiera di questa settimana aiuta a vivere le sottolineature del Natale proposte ragazzi.

Di seguito qualche esempio degli anni precedenti
La storia di Ruth (2011)
Il Dio vicino: storie di profeti (2012)
Gesù e la luce (2013)
Il servizio della cetra (2014)

L’esperienza della creazione e del roveto ardente: il nostro corpo è “sacro”

Celebrazione penitenziale

Natale e le grandi celebrazioni natalizie

durante questo periodo tutto è concentrato verso la festa del Natale, secondo qualche dritta proposta dalla “settimana di deserto”.  Grande sottolineatura per le celebrazioni di questa Festa

Attesa della Luce (2014)
Viene la luce (2014)

Preparazione
Celebrazione
Presepe

presepe 2011

4.. Per vivere come “figli santi” del Dio “santo”.

La scoperta dello Spirito Santo:

… Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza,
perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare.
Lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili;
Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito… (rom. 8,25)

Venne all’improvviso dal cielo un rombo ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo (Atti 2)

E, chinato il capo, consegnò lo Spirito (gv 19,30).

5. Lo Spirito e la Pasqua:

La quaresima  ambrosiana.

Si inizia con la settimana di DESERTO
ogni giorno preghiera preparando la solenne Veglia Pasquale

Quaresima di carità: spiegazione dell’iniziativa del “sacchetto”

La liturgia dei sabati: con la quaresima l’attenzione si sposta sul cammino catecumenale dei sabati-domenicheche lproposti dalla liturgia.
La festa delle Capanne e la quaresima ambrosiana  (utile strumento per comprendere la liturgia
dei Sabati e delle domeniche di Quaresima)
La quaresima ambrosiana e il triduo pasquale
I sabati e le domeniche ambrosiani; ricupero degli antichi “scrutini”; Forte connotazione sacramentale

I ragazzi sono impegnati anzitutto a partecipare, ormai con totale fedeltà alla messa domenicale e si invitano i più generosi ad un percorso mattiniero che riprende la liturgia dei sabati.
Il momento della catechesi diventa sempre più momento di preghiera che prende spunto dalla liturgia.

A  gruppi, inoltre, si costruiscono grandi segni che verranno posti nelle proprie chiese.
                                                                                                  Mosaico per la cappella del Santissimo a Quinto

6. le grandi celebrazioni pasquali

Non ci stancheremo di ripetereche sono il centro della Liturgia cristiana; trascurarle significa svilire non poco l’insieme del cammino.
Tre momenti della Passione
lavanda, orto degli Ulivi, croce… occasioni per pensare al dono dell’Eucarestia

Veglia pasquale: la sfilata delle testimonianze
Le letture della veglia pasquale con disegni di Chagall

7. Prepariamoci a ricevere lo Spirito

(sacramento della Cresima)

Qualche spunto:  Storie di giardini

 

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