La forza e i doni dello Spirito

catechismo 1 media – 9 febbraio 2015

Dal percorso catecumenale di Quaresima

Dal libro del Profeta Ezechiele

ez 37

1 La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; 2mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. 3Mi disse: “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?”. Io risposi: “Signore Dio, tu lo sai”. 4Egli mi replicò: “Profetizza su queste ossa e annuncia loro: “Ossa inaridite, udite la parola del Signore. 5Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. 6Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore””. 7Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. 8Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro. 9Egli aggiunse: “Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano””. 10Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.

 

2Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.     (Is 11, 2-3).

 

1) C’è innanzitutto il Dono di sapienza, mediante il quale lo Spirito Santo illumina l’intelligenza, facendole conoscere le “ragioni supreme” della rivelazione e della vita spirituale e formando in lei un giudizio sano e retto circa la fede e la condotta cristiana: da uomo “spirituale” (pneumaticòs), direbbe San Paolo, e non solo “naturale” (psychicòs) o addirittura “carnale” (cf. 1 Cor 2, 14-15; Rm 7, 14).

2) C’è poi il Dono di intelligenza, come particolare acume, dato dallo Spirito, per intuire la Parola di Dio nella sua profondità e altezza.

3) Il Dono di scienza è la capacità soprannaturale di vedere e di determinare con esattezza il contenuto della rivelazione e della distinzione tra le cose e Dio nella conoscenza dell’universo.

4) Col Dono del consiglio lo Spirito Santo dà una soprannaturale abilità di regolarsi nella vita personale quanto alle azioni ardue da compiere e nelle scelte difficili da fare, come anche nel governo e nella guida degli altri.

5) Col Dono di fortezza lo Spirito Santo sostiene la volontà e la rende pronta, operosa e perseverante nell’affrontare le difficoltà e le sofferenze anche estreme, come avviene soprattutto nel martirio: in quello del sangue, ma anche in quello del cuore e in quello della malattia o della debolezza e infermità.

6) Mediante il Dono di pietà lo Spirito Santo orienta il cuore dell’uomo verso Dio con sentimenti, affetti, pensieri, preghiere, che esprimono la figliolanza verso il Padre rivelato da Cristo. Fa penetrare ed assimilare il mistero del “Dio con noi”, specialmente nell’unione con Cristo, Verbo incarnato, nelle relazioni filiali con la Beata Vergine Maria, nella compagnia degli angeli e santi in Cielo, nella comunione con la Chiesa.

7) Col Dono del timore di Dio lo Spirito Santo infonde nell’anima cristiana un senso di profondo rispetto per la legge di Dio e gli imperativi che ne derivano per la condotta cristiana, liberandola dalle tentazioni del “timore servile” e arricchendola invece di “timore filiale”, intriso di amore.

 

Questa dottrina sui Doni dello Spirito Santo… segna i momenti fondamentali del dinamismo della sua vita interiore: capire (sapienza, scienza e intelligenza), decidere (consiglio e fortezza), permanere e crescere nella relazione personale con Dio, sia nella vita di orazione, sia nella buona condotta secondo il Vangelo (pietà, timore di Dio). (Gv Paolo II, Mercoledì, 3 aprile 1991)

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