Storie di parole

Una nuova storia

Racconto – filo conduttore per l’oratorio estivo del 2012

Vi ricordate di Danilo, Maria, Antonio, Giovanni, Chiara, Margherita… quei ragazzi che avevano trovato il rotolo della Quercia con il filo d’oro?

Ebbene sono venuti a sapere che un “amico degli amici” dei loro genitori, partecipava alla campagna di scavi e di ricupero dei resti archeologici a Al Hillah, l’antica Babilonia.
Avrebbero voluto partecipare anche loro, ma era impossibile: troppo pericoloso a causa della guerra in atto.

Non fu facile per i loro genitori convincerli; l’amico degli amici, portò loro alcuni reperti con parole cadute forse dall’antica torre di Babele (chissà se ce le mostreranno?!), ma non bastò.
Finalmente un’idea  li calmò.

A Qunram, sulle rive del Mar Morto dove continuamente si trovano frammenti di Bibbia, è in atto una campagna di scavi, dove alcuni posti sono riservati ai ragazzi. Sono riusciti ad iscriversi.
A sentir loro stanno trovando reperti “fantastici!”

E non ancora contenti… stanno immaginando una visita alla «mitica» biblioteca di Alessandria d’Egitto, che narrano essere (o forse essere stata) la biblioteca più ricca di documenti di tutto il mondo!

Alcuni dei reperti che ci hanno mandato….

 Parole potenti che danno vita

“Dio disse sia la luce” P12611

Nel primo capitolo della Bibbia si racconta: “Dio disse sia la luce, sia il firmamento, siano le acque sia la terra…” E ogni volta, quanto Dio dice, si realizza.

Sono parole grandi quelle di Dio, parole capaci di realizzare la vita e di benedirla.

 Dice il proverbio: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”;
ma se a parlare è Dio, trovi subito la terraferma!

Parole potenti che creano divisione

C’è una storia nella Bibbia che ci parla dei grandi progetti da sempre presenti nell’uomo: costruire unità; raggiungere il cielo; diventare come Dio!

Un giorno, per realizzare questo progetto, alcuni uomini costruirono una grande torre sulla cui sommità c’era la “Porta del cielo”; pensavano di avere realizzato i loro sogni; ma l’orgoglio con cui avevano operato, fu l’inizio della divisione delle lingue; le parole persero la capacità di avvicinare gli uomini fra loro.

 Lo strano nome di quella città, Babele, mi ricorda tanto quanto anche oggi succede:
un continuo “bla-bla-bla” (sarà un caso che le due parole si assomiglino?)
trasforma ogni parola in divisione e sofferenza
e l’epoca della “comunicazione” diventa l’epoca della divisione e del sospetto.

Parole semplici che creano un cammino

«Corro per la via della tua parola, *.
e tu, Signore, mi allarghi il cuore!”. PQ 120617

C’è un salmo nella Bibbia, lunghissimo.
E’ un inno alla Parola di Dio che si fa per noi luce, vita, gioia, cammino.
Raccolgo una frase che mi piace tanto:
“Corro per la via della tua parola, *. e tu, Signore, mi allarghi il cuore!”.

 Ci sono momenti dove le parole hanno davvero questo potere:
allargare il cuore alla speranza, anche in momenti di totale desolazione!
Ma sono parole che si intrecciano sempre con lunghi silenzi.

 Parole «belle»

Lodate, lodate PQ 120625a
Ha messo l’eternità nel loro cuore”. PQ 120625b

 Parole  di Davide

Si narra che il re Davide, a cui si deve la composizione di tanti salmi, fosse un grande chitarrista (beh! Il suo strumento lo chiamavano cetra, “cithara” in latino, insomma alla fine chitarra!).

Ancor giovinetto fu chiamato dal re Saul che soffriva di depressione. “Quando la depressione  investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava; si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui”. (1sam. 16, 23)

E’ importante parlare “bene”, aiutandosi con la bellezza dell’arte e della musica.
In italiano abbiamo un’espressione bellissima:  “dire bene” è uguale a bene-dire!

Parole in cerca di eternità

Il saggio Qohelet aveva cercato per tutta la vita il senso di ogni cosa; ma ad un tratto esclama: “Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore”. (Qo 3, 11)

 Le parole più belle che un uomo deve pronunciare hanno bisogno di questo “sapore di eternità”.
Per questo vanno dette con “arte” e con “amore”.

 LA PAROLA, il Verbo

“La Parola (Gesù!) si è fatta carne. PQ 120702

 Venne un tempo in cui Dio decise di dare agli uomini la Parola “giusta”:
la parola che dà vita,
che toglie divisioni,
che si fa cammino,
che dà consolazione,
che parla di eternità e di amore.

Scrive la lettera agli Ebrei: ” Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. (Ebrei 1,1)

Scrive l’evangelista Giovanni: “La Parola (Gesù!) si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi! (Gv 1,14).

Eppure durante il processo che lo condannerà a morte, Gesù rimane in silenzio di fronte a Pilato e ad Erode.

L’ultima parola di Gesù è un sospiro, un soffio, o meglio un dono di vita: lo Spirito Santo.

 Le parole, sono fatte per unire; sono sempre sciupate quando servono per ferire.
La parola “bella” nasce dal silenzio, si nutre di silenzio, è musica: un suono tra due silenzi.

 Parole nuove?

Pentecoste o l’anti-Babele

ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. PQ 120709

 Dopo Gesù, la Parola del Padre, possono esistere ” nuove parole”?

Sì, con il dono dello Spirito Santo, Gesù ci dà la forza di “ribalbettare” il suo amore, la sua bellezza, la sua bontà in mille modi nuovi.

“Mentre il giorno di Pentecoste stava per compiersi, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa, dove si trovavano i discepoli.
Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. E dicevano: “sono pieni di vino dolce”. (atti 1)

 I “santi” hanno saputo aggiungere queste “nuove parole”
parole di Pentecoste e non di Babele.

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