ADORAZIONE DELLA CROCE

100418adcrux

 18.04.2014

Preludio

Crux fidelis inter omnes arbor una nobilis:
Nulla talem silva profert fronde, flore, germine.
Dulce lignum, dulci clavo, dulce pundus sustinens.

En acetum, fel, arundo, sputa, clavi, lancea:
Mite corpus perforatur, Sanguis unde profluit:
Terra, pontus, astra, mundus, quo lavantur flumine.
Dulce lignum, dulci clavo, dulce pundus sustinens. Amen.

Croce fedele,- unico tra gli alberi per nobiltà!
Nessuna selva ne presenta uno simile quanto a  fronde, fiori e frutti.
Dolce legno, con dolce chiodo dà sostegno al dolce peso.

Ecco aceto, fiele, e canna; ecco sputi, chiodi, e lancia!
Il mite corpo vien trafitto. E da lì il sangue fluisce.
Da quel fiume son lavati terra e mare e astri e mondo!

INTRODUZIONE

Nel nome del Padre…

lett.: Ecco il vessillo di un Re crocifisso,
mistero di morte e di Gloria:
il Signore del mondo
si spegne su un patibolo.

Ass.: Straziato nelle carni,
inchiodato mani e piedi,
si immola il Figlio di Dio,
vittima pura per la nostra salvezza.

lett.: Un colpo di lancia crudele
trafigge il santo petto;
il sangue e l’acqua sgorgano
per lavare i nostri peccati.

Ass.: S’adempie ciò che Davide,
con spirito profetico,
predisse un giorno ai popoli:
« Iddio regnò dall’albero ».

lett.: Sangue regale imporpora
lo squallore del legno:
risplende la croce e Cristo
regna da questo trono.

Ass.: Salve altare della Vittima,
gloria della passione
di Colui che offrendosi alla morte
restituì la vita agli uomini.

Salve  o Croce, unica speranza, salve!
In virtù della tua passione
concedi il perdono ai peccatori e
moltiplica le grazie a chi ti supplica.

PRIMO MOMENTO:
insieme davanti alla croce.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce

un lettore già prescelto  legge lentamente

Nessun uomo è un’Isola,intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,come se un Promontorio,
un luogo di riparo oo la tua stessa Casa venissero strappati via.

Ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perchè io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te. (John Donne)

Lettura dal profeta Isaia
lett. 1: ”Il mio servo… Molti, nel vederlo, sono rimasti sconcertati,
il suo volto non aveva più nulla di umano.

Lett.: 2 Davanti al Signore è cresciuto
come una pianticella in terra arida.
Lett. 3: Non aveva né dignità né bellezza, per attirare gli sguardi.
Non aveva prestanza, per richiamare l’attenzione.

Ass.: Noi l’abbiamo rifiutato e disprezzato;

lett.: Come uno che fa ribrezzo a guardarlo,
che non vale niente,

Ass.: e non lo abbiamo tenuto in considerazione.

lett.: 2 Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie,
si è caricato delle nostre sofferenze,

Ass.: e noi pensavamo che Dio
lo avesse castigato, percosso e umiliato.

Lett. 3: è stato ferito per le nostre colpe,
è stato schiacciato per i nostri peccati.
Lett.: è stato punito,

Ass.: e noi siamo stati  salvati.

Lett.: Egli è stato percosso,

Ass.: e noi siamo guariti.

Lett.: 2 Eravamo come pecore smarrite,

Ass.: Ma il Signore ha fatto pesare su di lui
            le colpe di tutti noi.

Lett. 3: Egli si è lasciato maltrattare,
lett.: senza opporsi e senza aprir bocca,
lett.: 2 docile come un agnello condotto al macello,
Lett. 3: muto come una pecora davanti ai tosatori.

Lett.: È stato arrestato, giudicato e condannato,
ma chi si è preoccupato per lui?
È stato eliminato dal mondo dei vivi, colpito a morte

Ass.: per i peccati del suo popolo.

Lett.: 2 È stato sepolto con i criminali,
si è trovato con i ricchi nella tomba.
Lett. 3: Eppure non aveva commesso alcun delitto,
non aveva ingannato nessuno.
Ass.: Lui, suo servo, ha dato la vita
            come un sacrificio per gli altri”.
Canto: In manus Tuas,Pater, commendo spiritum meum,
in manus Tuas Pater, commendo spiritum meum.
(Nelle tue mani Signore ti affido il mio Spirito.)

SECONDO MOMENTO:
Porterà frutto, allora, la croce

un lettore già prescelto  legge lentamente

Cristo abbracciò la croce.
E oserò io negare la sua immagine,
quella della sua croce? Chi mi nega potere e libertà di stendere le braccia,
ed essere io stesso croce come lui?
Come gli scultori non intagliano volti
ma tolgono via ciò che nasconde i volti,
lascia che le croci tolgano quanto Cristo celava in te
e sii sua immagine.
Non dare croce a nessun uomo
ma in tutti fatti croce,
porterà frutto allora la croce di Gesù nei nostri cuori. (John Donne)

Dal Vangelo di Luca
lett.: disse Pilato: ”Mi avete portato qui quest’uomocome uno che mette disordine fra il popolo. Voi lo accusate di molte colpe, ma io non lo trovo colpevole di nulla.
Lett.: 2 Tutti insieme si misero a gridare:
«A morte quest’uomo! Vogliamo libero Barabba!»
lett.: Pilato parlò di nuovo ai presenti perché voleva liberare Gesù.
Lett.: 2 essi gridavano ancora più forte: – In croce! In croce!
Lett.: Per la terza volta Pilato dichiarò: « Ma che male ha fatto quest’uomo?
Io non ho trovato in lui nessuna colpa che meriti la morte.
ovato in lui nessuna colpa che meriti la morte.
Lett.: 2 Essi però insistevano a gran voce
nel chiedere che Gesù venisse crocifisso.
Lett.: Alla fine Pilato decise di lasciar fare come volevano.
Consegnò loro Gesù perché ne facessero quello che volevano.

Ass.  Lo accusate di molte colpe,
ma io non lo trovo colpevole di nulla.

Qualche istante di silenzio

Lett.: Insieme con Gesù venivano condotti a morte anche due malfattori.Quandofurono arrivati sul posto detto ”luogo del Cranio”, prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra.
Gesù diceva: ”Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno”.
I soldati intanto si divisero le vesti di Gesù, tirandole a sorte.

Lett.: 2 La gente stava a guardare.I capi del popolo invece si facevano beffe di Gesù.

Anche i soldati lo schernivano.

Ass.: La gente stava a guardare;Alcuni lo schernivano:«Padre, perdona loro!»

Qualche istante di silenzio

Lett.: 2 I due malfattori intanto erano stati crocifissi con Gesù.
Uno di loro, insultandolo, diceva:« Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi».L’altro invece si mise a rimproverare il suo compagno e disse:«Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio? Per noi due è giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male.Poi aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno».Gesù gli rispose: «Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso».

Ass.: «Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso».

Qualche istante di silenzio.Chi desidera legge ad alta voce qualche  riga del canto

2 lett.: I nostri occhi hanno visto
quello che noi non avremmo voluto vedere mai!
Le nostre orecchie hanno udito
quello che noi non avremmo voluto sentire mai!

L’Uomo che non ha mai giudicato, eccolo condannato!
L’Uomo che non avremmo lasciato, ora è rimasto solo!
L’Uomo che tanto abbiamo cercato, noi non l’abbiamo amato!
L’Uomo che noi non abbiamo creato, ora l’abbiamo ucciso!

(in canto) Nella memoria di questa Passione,
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello morire da solo.

Noi ti preghiamo, Uomo della croce,
Figlio e fratello, noi speriamo in te!

Nella memoria di questa tua morte,
noi ti chiediamo coraggio, Signore,
per ogni volta che il dono d’amore ci chiederà di soffrire da soli.
Noi ti preghiamo, Uomo della croce,
Figlio e fratello, noi speriamo in te!

 Bonum est confidere in Domino,
bonum sperare in Domino. 
(E’ buono confidare e sperare nel Signore)

TERZO MOMENTO:
Così la morte si ricongiunge alla Resurrezione

Ci alziamo

Lettura del Vangelo di Luca
Cel.: Verso mezzogiorno si fece buio per tutta la regione fino alle tre del pomeriggio. Il sole si oscurò e il grande velo appeso nel Tempio si squarciò a metà. Allora Gesù gridò a gran voce: ”Padre, nelle tue mani affido la mia vita”. Dopo queste parole morì.
In ginocchio qualche attimo di adorazione; riprende la lettura
L’ufficiale romano, vedendo quel che accadeva, rese gloria a Dio dicendo: ”Egli era veramente un uomo giusto!”. Anche quelli che erano venuti per vedere lo spettacolo, davanti a questi fatti se ne tornavano a casa battendosi il petto. 49Invece gli amici di Gesù e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea se ne stavano ad una certa distanza e osservavano tutto quel che accadeva.

(in canto: solista, assemblea)

Salmo 21
                Ant: Hanno forato le mie mani e i miei piedi.
Hanno forato le mie mani e i miei piedi, *
            posso contare tutte le mie ossa.

Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, *
            sul mio vestito gettano la sorte.

Ma tu, Signore, non stare lontano, *
            mia forza, accorri in mio aiuto.

 

Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, *
            grido di notte e non trovo riposo.

In te hanno sperato i nostri padri, *
            hanno sperato e tu li hai liberati

Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, *
            ti loderò in mezzo all’assemblea.

Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, *  lo tema tutta la stirpe di Israele.

Ant: Hanno forato le mie mani e i miei piedi.

A questo punto segue un lungo silenzio (otto minuti)
per dare spazio all’adorazione personale della croce;
possiamo fare nella preghiera silenziosa,
riprendere il gesto del liturgico del bacio della croce,
oppure portare qualche cero ad ornare il crocifisso.
Ad un certo punto saremo invitati ad esprimere le nostre risonanze
di fronte a questo grande mistero
Possono aiutarti anche queste parole di papa Francesco

Di fronte alla Croce di Gesù:
quanta consolazione e quanto cammino!

1. Il grande rischio del mondo attuale,
con la su molteplice ed opprimente offerta di consumo,
è una tristezza individualista che scaturisce
dal cuore comodo e avaro,
dalla ricerca malata di piaceri superficiali,
dalla coscienza isolata.

2. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi
non vi è più spazio per gli altri,
non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio,
non si gode più della dolce gioia del suo amore,
non palpita l’entusiasmo di fare il bene.
3. Anche i credenti corrono questo rischio
Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite,
scontente, senza vita.
Questa non è la scelta di una vita degna e piena,
questo non è il desiderio di Dio per noi,
questa non è la vita nello Spirito
che sgorga dal cuore di Cristo moro e risorto.

Di fronte alla Croce di Gesù: c’è una strada tracciata per ogni uomo

4. «La vita si rafforza donandola
e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio.
Coloro che sfruttano di più le possibilità della vita
sono quelli che lasciano la riva sicura
e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri»

5. Chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada
che riconoscere l’altro e cercare il suo bene.

6. La vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo
per la vita degli altri.

7. Possa il mondo del nostro tempo
ricevere la Buona Novella
non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi,
ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore,
che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo».

Di fronte alla Croce di Gesù,
anche il deserto di questo mondo può rifiorire

8. In alcuni luoghi si è prodotta una “desertificazione” spirituale,
frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio
o che distruggono le loro radici cristiane.
Lì «il mondo cristiano sta diventando sterile, e si esaurisce,
come una terra supersfruttata che si trasforma in sabbia».

9. In altri Paesi, la resistenza violenta al cristianesimo
obbliga i cristiani a vivere la loro fede,
quasi di nascosto, nel Paese che amano.
Questa è un’altra forma molto dolorosa di deserto.
Anche la propria famiglia o il proprio luogo di lavoro
possono essere quell’ambiente arido
dove si deve conservare la fede e cercare di irradiarla.
Ma «è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto,
da questo vuoto,
che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere,

10. In ogni caso,
in quelle circostanze siamo chiamati
ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri.
A volte l’anfora si trasforma in una pesante croce,
ma è proprio sulla Croce dove, trafitto,
il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva.
Non lasciamoci rubare la speranza!

11. Oggi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica”
del vivere insieme, del mescolarci, dell’ incontrarci,
del prenderci in braccio, dell’appoggiarci,
del partecipare a questa marea un po’ caotica
che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità,
in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio.

12. Se potessimo seguire questa strada!
Sarebbe una cosa tanto buona, risanatrice, liberatrice,
generatrice di speranza!
Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene.
Chiudersi in sé stessi significa assaggiare
l’amaro veleno dell’immanenza,
e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo.

Canto
Chi ci separerà dal Suo amore, – la tribolazione, forse la spada?
Nè morte o vita ci separerà – dall’ amore in Cristo Signore.

Chi ci separerà dalla sua pace – la presunzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà – da Colui che è morto per noi.

Chi ci separerà dalla sua gioia – chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà – dalla vita in Cristo Signore…

QUARTO MOMENTO:
vorrei tanto sapere da te…presso la croce con Maria.

lett.: Io vorrei tanto parlare con te di quel Figlio che amavi:Ass.: io vorrei tanto ascoltare da te quello che pensavi,quando hai udito che tu non saresti più stata tuae questo Figlio che non aspettavi non era per te. . .

lett.: Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino
Tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di lui;
quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso, per noi. . .
(qualche istante di silenzio)
 Ass.: Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi,
io benedico il coraggio di vivere, sola, con lui.
Ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi;
per ogni figlio dell’uomo che muore ti prego così. . .

1. Acqua di fonte cristallina e pura,
sei l’innocenza ed il candore, o Madre;
o terra fertile aperta al sole,
su te lo sguardo posa il tuo Signore.
2. Al messaggero del divino annuncio
con umiltà e fede hai creduto;
è ormai compiuto il tempo dell’attesa:
accogli nel tuo grembo la Parola.
3. Tu sei Maria, fonte di speranza:
verso di te la Chiesa si rivolge,
e nel tuo amore, nella Tua obbedienza,
cammina per le strade del Signore.
4. Presente in mezzo a noi il Figlio tuo
al Regno guida Tutti i suoi fratelli;
per lui sia gloria al Padre che è nei cieli,
nel Santo Spirito eterna vita! Amen!

CONCLUSIONE:
Inno al Signore mio Dio, nella mia infermità

In realtà questa adorazione no ha una fine rigorosa; ognuno può trattenersi quanto può…
e concludere con questa preghiera-poesia

Poiché sto per giungere a quella sacra dimora,
ove, col tuo coro di Santi, per sempre, sarò fatto tua musica;
nel venire,
qui, sulla soglia, accordo lo strumento
e penso ora per tempo a quel che per sempre sarà.

Noi crediamo che il Paradiso e il Calvario,
la Croce di Cristo e l’albero di Adamo,
siano in un medesimo luogo.
Guardami, O Signore, e vedi i due Adami in me congiunti:
come il sudore del primo Adamo mi cerchia il volto,
possa il sangue dell’ultimo Adamo recingermi l’anima.

Così, avvolto nella tua porpora accoglimi, o Signore,
per queste tue spine donami l’altra tua corona;
e come ad altre anime predicai il tuo verbo,
questo sia il mio testo, il mio sermone all’anima mia.

Per esaltare, il Signore abbatte. (John Donne)-


John Donne  Biografia
John Donne nasce a Londra nel 1572 da un ricco mercante di ferramenta, fu educato dalla madre Elizabeth, figlia del drammaturgo J. Heywood e pronipote di Thomas More in ambiente cattolico. Dal 1584 studiò a Oxford. Frequentò (1591-1594) l’istituto legale di Lincoln’s Inn. Soldato e cortigiano, partecipò ale spedizioni del conte di Essex a Cadice (1596) e alle Azzorre (1597). Nel 1601 sposò Anne More, nipote del guardasigilli lord Egerton di cui John Donne era segretario. Un matrimonio contrastato. Risale a questo periodo la conversione all’anglicanesimo. Fu diacono nel 1615. Dopo lunghi anni di gravi difficoltà, gli morì tra l’altro l’amatissima moglie, predicatore ormai celebre, fu eletto decano di Saint Paul (1621). Poco prima di morire, gravemente malato, nel 1631, John Donne pronunciò il quaresimale Il duello della morte (Death’s duel), capolavoro del ’barocchismo macabro’.

 

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