“Opencreation” – per la preghiera

Per la preghiera degli animatori

or. estivo 2018

Nb.: Queste riflessioni si comprendono meglio a partire dal racconto dell’Oratorio estivo 2018.
Se le trovi slegate tra loro, pensa alla fantasia dell’autore, chemagari è solo la sua stanchezza!

LO SMARTPHONE DELLO SPIRITO
LA GIOVINEZZA
DOMANDE con GESÙ
ALLA RICERCA DI APPS per una vita “intera”, o forse integra.

 

LO SMARTPHONE DELLO SPIRITO

Ti hanno regalato uno smartphone nuovo, di ultima generazione.
All’inizio lo chiamavi ancora telefonino, o almeno lo usavi come tale.

Ti sembrava che avere uno schermo grande, una memoria incommensurabile rispetto a prima;
avere a diposizione telefonate quasi gratis con Whatsapps fosse la vera novità.

Ma è usandolo e confrontandoti con i tuoi amici che ogni giorno scopri di più.

Mi piace paragonare lo Spirito Santo, a questi smartphones: già hai colto cose meravigliose pensando ai suoi doni, ma c’è molto, molto di più.

Sarà come scoprire ogni giorno nuove “apps”, cioè applicativi concreti delle sue meraviglie.

Scoprirai l’app della fortezza,
proprio in un’età piena di dubbi e incertezze
scoprirai l’app del rispetto del tuo corpo, parente stretta del “Timor di Dio”;
e contro il bullismo …potresti scovare l’app della “Pietà”

LA GIOVINEZZA

Mc. 10,17-(incontro, doni, vocazione)

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”.

18Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”.

20Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.

21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”.

22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Definizione di giovinezza

Il periodo della giovinezza è il tempo di una scoperta particolarmente intensa dell’«io» umano e delle proprietà e capacità ad esso unite.

Davanti alla vista interiore della personalità in sviluppo di un giovane o di una giovane,

gradualmente e successivamente

si scopre quella specifica e, in un certo senso, unica e irripetibile

potenzialità di una concreta umanità,

nella quale è come inscritto l’intero progetto della vita futura.

La vita si delinea come la realizzazione di quel progetto: come «auto-realizzazione».

la ricchezza che è la giovinezza

E’questa la ricchezza

di scoprire

di programmare,

di scegliere,

di prevedere e

di assumere le prime decisioni in proprio, che avranno importanza per il futuro nella dimensione strettamente personale dell’esistenza umana.

E’ il tempo delle grandi domande, in cui si tratta del progetto di tutta la vita: «Che cosa devo fare per avere la vita eterna?» equivale a : “ Che cosa devo fare, affinché la mia vita abbia pieno valore e pieno senso?”

DOMANDE con GESÙ

Domande sulla morale:  i 10 comandamenti:

1) Non avrai altro Dio fuori di me. 2) Non nominare il nome di Dio invano. 3) Ricordati di santificare le feste. 4) Onora il padre e la madre. 5) Non uccidere. 6) Non commettere atti impuri. 7) Non rubare. 8) Non dire falsa testimonianza. 9) Non desiderare la donna d’altri. 10) Non desiderare la roba d’altri.

Seguimi?

Quando il giovane chiede intorno al «di più»: «Che cosa mi manca ancora?», Gesù lo fissa con amore, e questo amore trova qui un nuovo significato. L’uomo viene portato interiormente, per mano dello Spirito Santo, da una vita secondo i comandamenti ad una vita nella consapevolezza del dono, e lo sguardo pieno di amore di Cristo esprime questo «passaggio» interiore. E Gesù dice: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi»

Amicizia e libertà?

L’amicizia è “roba” da grandi;
il desiderio di amicizia ci fa uscire dal guscio e ci fa diventare grandi.

Anche la libertà è cosa da grandi;
anche il desiderio di libertà ci fa uscire dal guscio e ci fa diventare grandi.

Amicizia e libertà sono fatte per il “dono della vita”.

Diventare adulti

Quando il desiderio di amicizia e di libertà
si trasformano in amicizia e libertà;
siamo pronti a donare interamente noi stessi,
siamo diventati grandi.

la vocazione e lo smartphone?

Lo smartphone dello Spirito è poco costoso e dura per sempre;
se poi lo usi con continuità, se Gli fai spazio,

ti svelerà il suo “codice sorgente”
e tu stesso saprai inventare nuove apps,

quella per esempio della tua vocazione, che è come dire: la santità!

E l’amore?

La giovinezza è quel periodo, in cui questo grande tema attraversa in modo sperimentale e creativo l’anima e il corpo di ogni ragazza e di ogni ragazzo,

e si manifesta all’interno della coscienza giovanile in tutta la sua molteplice potenzialità.

Allora anche, sull’orizzonte di un giovane cuore, si delinea un’esperienza nuova: questa è l’esperienza dell’amore, che sin dall’inizio richiede di essere inscritta in quel progetto di vita, che la giovinezza crea e forma spontaneamente.

Tutto questo possiede ogni volta

la sua irripetibile espressione soggettiva,

la sua ricchezza affettiva,

la sua bellezza addirittura metafisica.

Al tempo stesso, in tutto questo è contenuta una possente esortazione a non falsare questa espressione, a non distruggere tale ricchezza e a non deturpare tale bellezza. Siate convinti che questo appello viene da Dio stesso,

Storia e futuro?

Apolidi o cosmopoliti?
Narcisisti o cittadini del mondo?

La storia dei cerchi concentrici

Davanti ad un lago di montagna (meraviglioso!), due amici si sfidarono: chi di loro avrebbe fatto nell’acqua il cerchio più grande?

Antonio, robusto e nerboruto chiese una mattinata di tempo per prepararsi; si inoltrò nel bosco e cercò una verga lunghissima e robusta. Nel pomeriggio con un sorriso che diceva vittoria facile, cominciò a tracciare nel lago il suo cerchio; il peso della verga lo costringeva a un lavoro immane, ma il primo tratto faceva presumere un cerchio gigantesco, di almeno 10 m di diametro.

Subito qualcosa si inceppò; dopo aver tracciato poco più di 1 m della grande opera, s’accorse che si era già cancellato l’inizio del suo lavoro; riprovò più volte, ma dovette desistere.

Roberto, si accontentò di raccogliere una grossa pietra sulla riva del lago; la scagliò con tutta la sua forza e da dove la pietra aveva incrociato l’acqua si formarono mille cerchi concentrici sempre più grandi…

Se accogli gli affetti che la vita ti propone (genitori, fratelli, amici della parrocchia…); se fai tesoro di quanto incontri, custodendolo nel tuo cuore, costruirà in te una massa potente che ti consentirà una vita grandiosa.

Puoi naturalmente accontentarti di “grandi desideri”, trascurando gli incontri concreti e la formazione quotidiana: sarà come aver trovato una verga lunghissima; pesante da maneggiare; inutile allo scopo.

ALLA RICERCA DI APPS
per una vita “intera”, o forse integra

Meglio la banca o la cassaforte?

La parabola dei talenti

14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21″Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23″Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

L’app del silenzio e dell’attesa

Il silenzio è il mezzo più efficace per raccogliere e quasi ripiegar l’anima su sé stessa, strappandola ai pensieri, alle occupazioni, alle relazioni della vita esteriore: condizione essenziale per orientarla verso la rivelazione.

Attesa : amica del silenzio ci consente di apprezzare le cose come dono;
ci impedisce di trasformare i doni e i segni in “robe”.

L’app per la cura del corpo

La nostra sessualità, è il linguaggio più alto che abbiamo per esprimerci;
nel nostro essere uomo e donna c’è la voce stessa di Dio.

Custodire la santità del nostro essere uomini e donne
è uno dei grandi compiti
che voi ragazzi dovete imparare e non dimenticare mai.

L’app della Cultura

Cultura è legare ad un centro luminoso tutto quanto incontriamo, sperimentiamo, studiamo

L’app della GIOIA

Gesù: Ho ancora nel cuore la grande festa di Cana:
da una parte gli invitati pronti a far baldoria;
dall’altro l’incertezza e disagio, dissimulati, degli sposi.

Poi mia madre, con quello sguardo intenso
che il suo volto assumeva solo quando pregava:

“Gesù, – mi dice – non hanno più vino; al nostro popolo manca la gioia!”…

Quando si rivolge ai servi dicendo: “Fate quello che vi dirà”,
intuisco che nel suo cuore c’è già la Pasqua!
(dal racconto del nostro oratorio estivo)

L’app del “vestire”

Gesù: vestire è un po’ sempre restituire dignità;

ha bisogno di cura, di intuito, di tenerezza.

Ho voluto questo gesto nel mio vangelo tra le opere di misericordia.
                                                                                                                                            (dal racconto del nostro oratorio estivo)

L’app del lavoro intelligente

Padre: Quando decisi di creare l’uomo ero proprio contento,
fui tentato di esprimere la mia gioia creandolo tramite con effetti pirotecnici,
mi è parso più adeguato alla sua dignità
usare le mani; proporre azioni semplici, eppure meravigliose.

L’app della” licenza poetica”

Dal sentimento di solitudine al mistero dei legami.

Il sentimento di solitudinesmaschera l’enfasi romantica del “se mi ami, capisci tutto di me; intuisco tutto di te; siamo sempre all’unisono”.

No. Chi vive un legame spesso in anticipo ore o in ritardo sull’altro.

Essere incapaci di darsi, dirsi, mostrarsi come si aspirerebbe è effetto della mancanza di gesti e parole; quelle a disposizione sono insufficienti a esprimere ciò che si vive.

Una cosa simile capita al poeta nonostante egli conosca bene le ricchezze del vocabolario, quello che sente è talmente insolito e unico da esigere anche la forzatura della lingua producendo una “licenza poetica”.
Ecco la solitudine: ci si trova fuori dal comune modo di mostrarsi, di darsi, di dirsi perché si avverte in noi qualcosa di talmente unico da risultare indescrivibile con i consueti gesti le consuete parole.
Ciascuno di noi è una licenza poetica del creatore.

Ciò può far soffrire ma è anche lo spunto incomprensibile del proprio fascino…

Suoniamo in un’orchestra dove ognuno è solista. Il maestro chiama: “tocca a te!
All’orchestra serve il tocco che è solo tuo”.
                                                                                                                              (Cersare Pagazzi – Il garbo del vincitore)

L’app del coltivare-custodire e del “Suggerire-costruire processi

Spirito: Molti si aspettano una pienezza già realizzata, (come già fecero Adamo ed Eva),
ma non è lo stile di Dio.

A Noi piace aprire possibilità, costruire processi, e così abbiamo creato l’uomo:
capace di stare in piedi, solo quando cammina;
capace di cose grandi, ma che ottiene solo con un lavoro semplice,
ritmato dalla cura per il fratello e dal riposo per Dio.

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