La Gloria di Dio nelle feste del Natale

Catechesi in famiglia  dic. 2017

Quando parliamo della «gloria di Dio», parliamo di una realtà che è molto vicina al tema della creazione. La creazione, lo abbiamo detto tante volte è la bellezza e l’amore di Dio che vogliono incontrarci.: «Dio vide; ed ecco era cosa bella, era cosa buona».
Della «Gloria di Dio», il nostro arcivescovo dice: «Gloria di Dio, significa manifestazione dell’amore, tenacia dell’amore,
ostinazione dell’amore di Dio che nel suo Figlio Gesù rivela fin dove giunge la sua intenzione di rendere ogni uomo e ogni donna partecipe della sua vita e della sua gioia. Ecco che cos’è la gloria di Dio: è l’amore che si manifesta.

La festa del Natale e dell’Epifania

La Chiesa , già nei primi secoli del cristianesimo aveva due feste per la nascita di Gesù: il Natale e l’Epifania.

 

Cosa significa la parola» Natale»            _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _

In che giorno si celebra?                         _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

Cosa significa la parola «Epifania»      _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

In che giorno si celebra?                           _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

 

Non pensate che sia un’ «esagerazione» voluta da Gesù! Si tratta piuttosto di due modi per esprimere la ricchezza di questo Mistero.
Infatti in Occidente (da noi per esempio) si pensò subito al gesto di «abbassamento» di Gesù: Lui il Figlio di Dio, si fa uomo, anzi bambino bisognoso di ogni cura!
Gli Orientali (Greci ecc.) furono abbagliati dal pensiero che così facendo Gesù ci spalanca il cielo e ci rende capaci di partecipare alla sua bellezza.

In quale di queste due feste
si vede meglio la «Gloria di Dio»?

Vi aiutiamo a rispondere con la storia di due quadri:

L’adorazione dei magi di Gentile da Fabriano

 

 

E’ un dipinto a tempera e oro su tavola
Altezza173 cm. (quasi come il vostro papà!);
larghezza 228 cm (forse più del vostro divano!); con cornice 303×282.
Dipinto nel 1423 e conservato a Firenze.

Proviamo a diverlo in fasce e a guardarlo attentamente:

1. Cosa vedete nelle tre cuspidi?

– A sinistra (per chi guarda):
oltre ai due profeti (col papiro in mano) c’è  _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

– Al Centro:                                                           _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

– Avete riconosciuto il Re Davide?
(indicatelo con una freccetta)

– A destra:
oltre ai due profeti (col papiro in mano) c’è: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

– E sopra ogni cuspide?                                    _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  _ _ _ _ _ _ _

 

2. Sotto i tre archi ci sono i diversi momenti della storia dei magi:

– Li sapete riconoscere?

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3. Della scena centrale, non vi diciamo nulla:
guardatela e godetela nella sua incredibile bellezza;

– le vostre mamme sono già rapite dall’eleganza e preziosità dei vestiti;
– i vostri papà ammirati dallo splendore dei cavalli;
– lo stesso Gesù sembra giocare con la pelata di un «re magio»;
– solo Maria e Giuseppe restano concentrati!

Sarà questa la «Gloria»- grandezza di Dio?

Prima di deciderlo ascoltiamo un gigante della pittura: Leonardo da Vinci

 

L’adorazione dei magi – Leonardo

NB. E’ solo un disegno preparatorio, e il quadro non è mai stato fatto (1481)

…il professore si accingeva spiegare la famosa
Adorazione dei Magi, quando, d’un tratto,
arriva il grande Maestro, si proprio lui, Leonardo da Vinci!.

“Questa immagine ve la voglio spiegare io – esordì –
perché ancor oggi circolano su di me false notizie.
Quando l’ho pensata, ero un po’ arrabbiato, lo confesso,
ma soprattutto preoccupato.
Non ne potevo più di quadri e affreschi,
dove la Natività era diventata pretesto
per fotografare i potenti e le loro corti.
Ma dove era finito il Mistero?
Dove il capovolgimento dei valori
portati da quel bambino che è il Figlio di Dio?
E come evitare, io stesso, l’orgogliosa supponenza
di chi pensa di comprendere più degli altri?

 

 

Ho pensato:
comincerò col mettere al centro Maria, come facevano le antiche icone.
Non è forse lei, la grande protagonista di questo evento?
“Vergine madre, figlia del tuo figlio”, cantava il divino Dante.
“Il re e signore di tutti si è invaghito della tua grazia,
ha deciso di sollevare il mondo con il tuo sì”,
aveva scritto San Bernardo;
e proprio lei, nel Magnificat, aveva cantato:
“ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili;
ha guardato all’umiltà della sua serva
ed ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata”.

 

 

Tra gli umili, mi sono detto,
devo mettere anche i Magi:
in fondo con pochi segni,
hanno fatto tanta strada;
e nella loro ricerca appassionata,
sono davvero il simbolo
di ogni uomo che cerca nell’umiltà,
che non pretende di avere la fede piena,
ma proprio per questo
raggiungono la fede vera,
quella che esprimono nei loro doni:
oro, che significa Re;
incenso, che significa Dio;
mirra, che significa uomo mortale.

 

 

 

 

C’erano poi i potenti,
(tra loro anche chi mi aveva commissionato la tavola);
li ho voluti sconvolti, disordinati,
perché troppo spesso vivono in un ordine falso,
quando invece nel loro cuore
c’è confusione, smarrimento, pensieri nascosti…

Se vogliono scoprire il mistero,
devono “cambiare,”e trovare il coraggio di qualche gesto arrischiato.

Non ho dimenticato la realtà del mondo;
anche voi, seppur vivete nel «Duemila»,
lo vedete bene: è uno sfacelo,
con la «pazza bestialità della guerra»,
la cattiveria umana e ogni altra violenza o stupidità.

Tutto questo però, l’ho lasciato sullo sfondo,
perché il centro della storia è Lui,


quel tenero Bambino in braccio a sua madre,
è Lui la forza per cambiare il nostro cuore e il cuore del mondo.

 

Non vi sembri superbia la mia presenza
sulla sinistra del cartone,
volevo solo testimoniare con molti altri,
indegno testimone, certo, ma portatore di un dono:
la capacità di consegnarvi qual cosa della rivelazione,
in forza della mia arte.

 

Leggo una domanda sui vostri volti:
“Ma perché non hai completato un’opera così grandiosa?”.
Taluno, ohimè, ha pensato che sia successo per vili questioni di denaro; compensi da me pretesi e che non mi furono concessi.
Confesso, a tratti l’ho pensato anch’io;
col tempo però, ho capito che è il Mistero stesso che rimane incompiuto;
manchi ancora tu nel dipinto;
manca il tuo volto, la tua scelta, il tuo Natale…»

 

Ma alla fine,
quale dei due quadri ci parla della «Gloria»?

 

 

 

 

 

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