6 aprile: LUNEDÌ SANTO
7 aprile: MARTEDÌ SANTO
8 aprile: MERCOLEDÌ SANTO
In questi tre giorni la celebrazione in cui si prega insieme sarà un po’ più breve, ma diamo importanza alla celebrazione dell’amore di Dio che avviene quando viviamo santamente le ore della vita quotidiana in famiglia.
Per questo ci lasciamo aiutare dalle tre parole che papa Francesco suggerì 5 anni fa per introdurre la sua catechesi sulla vita in famiglia: «Grazie!», «Permesso?» e «Scusa!».
E pregheremo con il Salmo 29.
preparazione
Lasciare la Bibbia nell’angolo della preghiera
aperta sul capitolo 12 del vangelo secondo Giovanni,
che prosegue con Gesù che parla di sé
come di un seme che deve scendere nella terra per dare frutto.
celebrazione
Lunedì Santo = Grazie!
All’inizio della giornata si legge insieme questa catechesi di papa Francesco:
La prima parola è «GRAZIE».
Oggi succede che la gentilezza e la capacità di ringraziare vengano viste come un segno di debolezza; a volte suscitano addirittura diffidenza. Questa tendenza va contrastata nel grembo stesso della famiglia. Dobbiamo impegnarci proprio nell’educazione alla gratitudine, alla riconoscenza: la dignità della persona e la giustizia sociale passano entrambe da qui. Se la vita famigliare trascura questo stile, anche la vita sociale lo perderà. La gratitudine, poi, per un credente, è nel cuore stesso della fede: un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. Una volta ho sentito dire da una persona anziana, molto saggia, molto buona e semplice, ma con quella saggezza della pietà, della vita: «La gratitudine è una pianta che cresce soltanto nella terra delle anime nobili». La nobiltà dell’anima, la grazia di Dio nell’anima ci spinge a dire grazie, alla gratitudine. È una bella cosa questa!
Ognuno poi pensa a come farà, durante i momenti della giornata, in casa o dove si sarà, a dare spazio a questa nobiltà d’animo, a questa grazia di Dio: a quanto sarà bello dire «Grazie» in occasioni in cui magari prima si sarebbe stati zitti, come se tutto fosse dovuto. Ci si possono dare anche consigli.
Alla sera ci si raduna attorno al libro del vangelo e al cero acceso.
Ci si confronta su quanto è funzionato il «grazie» nella giornata.
Poi si comincia: 30 secondi di silenzio e quindi, chi guida si fa il segno di croce dicendo:
Guida Adoriamo il mistero della tua croce, Signore.
Tutti gli altri si fanno il segno di croce dicendo:
Tutti Celebriamo la tua Passione gloriosa.
Narratore dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-26)
Fra quelli che erano andati a Gerusalemme per la festa di Pasqua
c’erano alcuni Greci.
Essi si avvicinarono a Filippo e gli dissero: «Vogliamo conoscere Gesù».
Tutti Vogliamo conoscere Gesù.
Narratore Filippo e Andrea andarono a dirlo a Gesù.
Gesù L’ora è venuta. Il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato alla gloria.
Se il seme di frumento non finisce sottoterra e non muore, non porta
frutto.
Se muore, invece, porta molto frutto.
Tutti Se muore porta molto frutto.
Gesù Se uno mi vuol servire mi segua,
e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono.
E chi serve me sarà onorato dal Padre.
Poi si prega con la prima parte del Salmo 29
Lettore Ti esalto, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di godere delle mie sventure.
Tutti Ti esalto perché mi hai risollevato.
Lettore Signore, mio Dio, ho gridato aiuto e tu mi hai guarito.
Tutti Tu mi hai guarito.
Lettore Mi hai sottratto al regno dei morti,
hai salvato la mia vita dalla tomba.
Tutti Hai salvato la mia vita.
Guida Benediciamo il Signore.
Tutti Rendiamo grazie a Dio.
Guida Dio, nostro Padre, che ci ha amati
E ci ha dato per grazia una consolazione eterna e una buona speranza,
consoli i nostri cuori
e li renda stabili in ogni opera e parola di bene.
Tutti Amen.
Martedì Santo = Permesso!
All’inizio della giornata si legge insieme questa catechesi di papa Francesco:
La seconda parola è «PERMESSO?».
Quando ci preoccupiamo di chiedere gentilmente anche quello che magari pensiamo di poter pretendere, noi poniamo un vero presidio per lo spirito della convivenza famigliare. Entrare nella vita dell’altro, anche quando fa parte della nostra vita, chiede la delicatezza di un atteggiamento non invasivo, che rinnova la fiducia e il rispetto. La confidenza, insomma, non autorizza a dare tutto per scontato. E l’amore, quanto più è intimo e profondo, tanto più esige il rispetto della libertà e la capacità di attendere che l’altro apra la porta del suo cuore.
Ricordiamo quella parola di Gesù nel libro dell’Apocalisse: «Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3,20). Anche il Signore chiede il permesso per entrare! Non dimentichiamolo. Prima di fare una cosa in famiglia: «Permesso, posso farlo? Ti va bene che io faccia così?». Quel linguaggio educato e pieno d’amore fa tanto bene alle famiglie.
Ognuno poi pensa a quali saranno i momenti della giornata in cui potrà cercare di essere più educato e meno pretenzioso. Ci si possono dare anche consigli.
Alla sera ci si raduna attorno al libro del vangelo e al cero acceso.
Ci si confronta su quanto è funzionato il «permesso?» nella giornata.
Poi si comincia: 30 secondi di silenzio e quindi, chi guida si fa il segno di croce dicendo:
Guida Adoriamo il mistero della tua croce, Signore.
Tutti gli altri si fanno il segno di croce dicendo:
Tutti Celebriamo la tua Passione gloriosa.
Narratore dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-24)
Alcuni Greci si avvicinarono a Filippo e gli dissero:
«Vogliamo conoscere Gesù».
Tutti Vogliamo conoscere Gesù.
Narratore Filippo e Andrea andarono a dirlo a Gesù.
Gesù L’ora è venuta. Il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato alla gloria.
Se il seme di frumento non finisce sottoterra e non muore, non porta
frutto.
Se muore, invece, porta molto frutto.
Tutti Se muore porta molto frutto.
Poi si prega con la seconda parte del Salmo 29
Lettore Cantate al Signore, voi suoi fedeli,
lodatelo perché egli è santo.
Tutti Cantate al Signore perché è santo.
Lettore La sua ira dura un istante,
la sua bontà tutta una vita.
Se alla sera siamo in lacrime,
al mattino ritorna la gioia.
Tutti La sua bontà dura tutta la vita.
Lettore Stavo bene e pensavo:
«Non corro alcun pericolo».
Tu sei stato buono con me,
mi hai reso stabile come una montagna;
ma quando mi hai nascosto il tuo sguardo,
la paura mi ha preso.
Tutti Tu sei stato buono con me.
Guida Benediciamo il Signore.
Tutti Rendiamo grazie a Dio.
Guida L’Agnello che ha vinto la morte sia il nostro pastore:
faccia di noi un regno e dei sacerdoti per Dio, suo Padre.
Tutti Amen.
Mercoledì santo = Scusa!
All’inizio della giornata si legge insieme questa catechesi di papa Francesco:
La terza parola è «SCUSA».
Parola difficile, certo; eppure così necessaria. Quando manca, piccole crepe si allargano – anche senza volerlo – fino a diventare fossati profondi. Non per nulla nella preghiera insegnata da Gesù, il “Padre nostro”, che riassume tutte le domande essenziali per la nostra vita, troviamo questa espressione: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Riconoscere di aver mancato, ed essere desiderosi di restituire ciò che si è tolto – rispetto, sincerità, amore – rende degni del perdono. E così si ferma il contagio.
Nella casa dove non ci si chiede scusa incomincia a mancare l’aria, le acque diventano stagnanti. Tante ferite degli affetti, tante lacerazioni nelle famiglie incominciano con la perdita di questa parola preziosa: «Scusami».
In casa capita di litigare, a volte anche volano i piatti, ma vi do un consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace! Sentite bene: avete litigato? Avete litigato forte? Non va bene, ma non è il vero problema. Il problema è che questo sentimento sia presente il giorno dopo. Per questo, se avete litigato, mai finire la giornata senza fare la pace in famiglia. E come devo fare la pace? Mettermi in ginocchio? No! Soltanto un piccolo gesto, una cosina così, e l’armonia familiare torna. Basta una carezza! Senza parole. Ma mai finire la giornata in famiglia senza fare la pace! Capito questo? Non è facile, ma si deve fare. E con questo la vita sarà più bella.
Ognuno cerca di ricordare se durante la quarantena gli è successo di non chiedere scusa quando avrebbe dovuto farlo. E se ci sono rancori rimasti lì in sospeso per cui sarebbe ora di fare la pace come consiglia papa Francesco, senza aspettare altri giorni.
Alla sera ci si raduna attorno al libro del vangelo e al cero acceso.
Ci si confronta su quanto si è pensato al mattino circa le situazioni in cui dobbiamo ancora chiedere scusa e fare la pace; e se vogliamo davvero cominciare da ora in poi a usare la parola «scusami» nella nostra casa.
Poi si comincia: 30 secondi di silenzio e quindi, chi guida si fa il segno di croce dicendo:
Guida Adoriamo il mistero della tua croce, Signore.
Tutti gli altri si fanno il segno di croce dicendo:
Tutti Celebriamo la tua Passione gloriosa.
Narratore dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-23.26)
Fra quelli che erano andati a Gerusalemme per la festa di Pasqua,
alcuni si avvicinarono a Filippo e gli dissero: «Vogliamo conoscere Gesù».
Tutti Vogliamo conoscere Gesù.
Narratore Filippo e Andrea andarono a dirlo a Gesù.
Gesù Se uno mi vuol servire mi segua,
e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono.
E chi serve me sarà onorato dal Padre.
Tutti Chi mi serve sarà onorato dal Padre.
Poi si prega con la terza parte del Salmo 29
Lettore A te, Signore, ho gridato, a te ho chiesto pietà
Tutti Pietà di noi, Signore.
Lettore Se muoio e finisco nella tomba, che vantaggio ne avrai?
I morti non possono più lodarti, non proclamano la tua fedeltà.
Signore, mio Dio, ho gridato aiuto e tu mi hai guarito.
Ascoltami, Signore, abbi pietà, Signore, vieni in mio aiuto.
Tutti Signore, vieni in nostro aiuto.
Lettore Hai cambiato il mio pianto in una danza,
l’abito di lutto in un vestito di festa.
Senza mai tacere, io ti loderò, Signore,
per sempre, mio Dio, ti voglio celebrare.
Tutti Per sempre ti vogliamo celebrare.