“Tutti a tavola”, festa nel giardino di Dio!

Celebriamo la sua misericordia.

Celebrazione penitenziale dei ragazzi (1 ottobre 2015)

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Per ricordare:

(si legge personalmente)

Il giorno dopo…:
Elisabetta: “Tornata a casa ieri sera, ho ripreso tra le mani le nostre storie, ma già all’inizio della prima, quella dei giardini, mi sono addormentata.
Ho fatto un sogno. Mi sono ritrovata con tutti voi, neanche a dirlo, in un giardino meraviglioso, questa volta onestamente molto più bello del nostro oratorio, una frescura… Passeggiando ho udito delle voci che cantavano allegramente, ma senza essere sguaiati; mi sono avvicinata, c’era una grande tavolata; ho riconosciuto S. Pietro che cominciava a sparecchiare la tavola, aiutato da tutti gli altri apostoli. Mi sono avvicinata, Giovanni per primo mi ha visto; mi ha salutato; mi ha chiesto se avevo fame. Giacomo era già pronto a ritornare ai fornelli. No grazie, risposi. Ero già sazia di quelle meraviglie che stavo contemplando. Senza chiedermi altro, Giovanni indovinò che cosa stavo cercando.
Aprì un libro meraviglioso… E cominciò a leggere…

Ingresso in preghiera:

ci si porta in fondo alla chiesa e si avanza in processione,
con la lampada accesa cantando:

Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende.
Veni Sancte Spiritus, Veni Sancte Spiritus:
(Vieni Santo Spirito accendi il fuoco del tuo amore).

Tu dolce consolatore, dono del Padre altissimo. Veni Sancte Spiritus…..
Tu dito della mano di Dio promesso dal Salvatore. Veni Sancte Spiritus…..
Tu luce ai nostri passi. Veni Sancte Spiritus…..
Tu padre dei poveri, datore dei doni, luce dei cuori. Veni Sancte Spiritus…..
Tu eterna sapienza che ci sveli il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Veni Sancte Spiritus…..
Si depone la lampada all’altare.

ASCOLTO DELLA PAROLA

Il cibo e il giardino.
Il cibo è il segno della cura di Dio nei nostri confronti

1Lett.    Dal libro della Genesi
“il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire”. (Gen 2)

2lett.    “Sin dalla creazione, Dio ha voluto manifestare la sua cura per gli uomini pensando ad un cibo per loro; da subito ha chiesto loro che questo cibo divenisse un “segno”di gratitudine nei suoi confronti e di attenzione al fratello. Da sempre però c’è una tentazione nell’uomo– continuò Andrea che nel frattempo si era avvicinato –impossessarsi del cibo , dimenticare i fratelli, sembra il modo per acquistare sapienza e forza,  per diventare come Dio, e invece costruisce morte.

In canto:    Salmo 8
Se guardo il cielo, la luna e le stelle,
opere che tu con le dita hai modellato
che cosa è perché te ne curi
che cosa è perché te ne ricordi l’uomo, l’uomo, l’uomo….
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli
Di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
su tutte le cose che tu avevi creato:
gli uccelli del cielo, i pesci del mare,
le greggi, gli armenti, gli animali della campagna.

Alleluia
Tutti mangiarono a sazietà,
e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene . Alleluia

Dal vangelo secondo Marco
34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano comepecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; 36congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare».37Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». 38Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 39E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. 40E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. 41Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. 42Tutti mangiarono a sazietà, 43e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Ripresa canto Alleluia –

I sacerdoti raggiungono i confessionali.
È possibile accostarsi a loro per un colloquio penitenziale o per la confessione, mentre la comunità prosegue con la preghiera personale e comunitaria.

CONFESSIO LAUDIS

Guida:    Questa cura Dio la manifesta continuamente, insegnando ai suoi amici a fare altrettanto.

3lett.    Voglio proclamare il nome del Signore:
magnificate il nostro Dio!
Egli è la Roccia: perfette le sue opere,
è un Dio fedele e senza malizia,
egli è giusto e retto…
tutti    Bonum est confidere in Domino,
bonum sperare in Domino.
(è bello confidare e sperare nel Signore!)
1lett.    Porzione del Signore è il suo popolo,
Egli lo trovò in una terra deserta,
Lo circondò, lo allevò,
lo custodì come la pupilla del suo occhio. Bonum est …
2lett.    Come un’aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali.
Tutti    Il Signore, lui solo lo ha guidato,
e lo ha nutrito con i prodotti della campagna;
3lett.    gli fece succhiare miele dalla rupe
e olio dalla roccia durissima,
panna di mucca e latte di pecora; grasso di agnelli. Bonum.

CONFESSIO PECCATI

1Lett.    Il cibo, lo spreco
e i problemi dell’umanità
2lett.    Pietro, che fino a quel momento sembrava occupato in altro, e invece stava sbirciando, non potè resistere e si avvicinò: “Cari ragazzi,nel cibo c’è tutta la tenerezza di Dioche ha solo bisogno di incontrare ospitalità per moltiplicarsi e abbondare.
1lett.    Purtroppo il cibo si può sciupare e non soltanto gettandolo nella spazzatura…
2lett.    Ricordate la storia di Caino e del fratello Abele?Abele cura il suo gregge e si ricorda di ringraziare il Signore.Caino, grande lavoratore, si lascia invece trascinare dalla tentazione: trasformare, accumulare, pretendere riconoscimenti. Ma questa non è vita; se non godi il cibo come un dono ricevuto, tutto si fa veleno e odio.
Tutti.    Una storia, ohimè che continua a ripetersi!

Canto: TRA LE MANI NON HO NIENTE, spero che mi accoglierai:
chiedo solo di restare accanto a te.
Sono ricco solamente dell’amore che mi dai:
è per quelli che non l’hanno avuto mai.
Se mi accogli, mio Signore, altro non ti chiederò:
e per sempre la tua strada la mia strada resterà.
2. Nella gioia, nel dolore, fino a quando tu vorrai,
con la mano nella tua camminerò.
Io ti prego con il cuore, so che tu mi ascolterai:
rendi forte la mia fede più che mai.
3. Tieni accesa la mia luce fino al giorno che tu sai:
e con i miei fratelli incontro a te verrò.

Per la preparazione personale di puoi servire dell’  ESAME DI COSCIENZA

Per continuare a pregare, vai qui

 spazio di silenzio.

CONFESSIO FIDEI

1lett.    Il Signore si ricorda del bene che mi ha sempre fatto. Prepara quel poco che hai e lui nulla ti lascerà mancare.
2lett.    Da sempre Dio ha voluto manifestare la sua cura per gli uomini pensando a un cibo per loro.
Canto:    Solo tu sei mio pastore
1lett.    Il pane di Gesù: segno della Sua cura; dato a tutti. L’Eucarestia: quel pane benedetto, spezzato, dato a noi e alle moltitudini era il suo amore, il suo corpo.
2 lett.    Il pane avanzato….le dodici ceste…..la sovrabbondanza dell’amore data per ogni generazione. Sovrabbondanza che va oltre il necessario…..è la sovrabbondanza di cura per il fratello e la bellezza gratuita della sua presenza
Canto:    Solo tu sei mio pastore
Lasciamo del tempo perché la preghiera di ciascuno
diventi preghiera di tutti
con delle frasi brevi prese dai testi che ci hanno aiutato a pregare

1lett.    Grande nell’amore il nostro Dio, grande la cura che ha per noi.
E noi apprezziamo questa cura godiamo la gioia smisurata della grande festa.
Canto: Tu sei la mia vita

Il celebrante torna all’altare
Padre nostro.

 

Appendici

       esdicosc   ESAME DI COSCIENZA

IO & DIO
Dio è colui che di noi, sempre, si prende cura!
Penso a Dio come a un Padre che mi ama e mi rivolgo a lui con fiducia nella preghiera?
Prego ogni giorno, mattina e sera, per lodare e ringraziare il Signore di tutto ciò che mi ha donato?
Rispondo all’invito del Signore che ogni domenica mi chiama a partecipare alla Messa?
Partecipo con fedeltà agli incontri di catechesi per conoscere Gesù?

IO & GLI ALTRI
Quando amo Dio vedo negli altri dei fratelli a cui volere bene!
Amo quelli che mi sono vicini?
Amo i miei genitori, li rispetto, obbedisco loro, cerco di ascoltarli e di aiutarli?
Amo i miei fratelli, sono pronto a dividere con loro quello che ho, li aiuto, so perdonarli per primo?
Offendo gli altri con parole e con gesti, oppure cerco di portare pace là dove vivo? Mi sforzo di voler bene a tutti, e non solo agli amici e a quelli che mi sono simpatici?
Sono disposto a condividere ciò che ho, a dare a chi ha bisogno, oppure sono egoista e pretendo più del necessario?
Sono leale, sincero, ho il coraggio di riconoscere i miei sbagli senza mentire?

IO & ME STESSO        
Il mio corpo è luogo sacro, è abitato dallo Spirito di Dio!
Rispetto il mio corpo.. lo faccio crescere come “cosa sacra”? Evito ciò che potrebbe danneggiare la mia salute?
Chi mi incontra (e mi vede come vesto, come parlo, come mi muovo,) pensa a me come ad una persona fine, gioviale, “pura” (“beati i puri di cuore!”)?
Compio il mio dovere senza evitare quello che mi costa fatica e impegno?
Come usi il tuo tempo? Ti impegni per crescere con la tua mente (nello studio e nella scuola) e con il tuo cuore (nella preghiera e nella lettura)?

IO & LE COSE
La creazione è luogo sacro, il nostro mondo, la storia è abitata da Dio!
Rispetto le cose degli altri, anche quelle della scuola e della comunità civile?
Spreco i soldi in cose inutili?
Tratto bene la mia casa e gli ambienti in cui vivo?

 

 

 

Per continuare il silenzio e la preghiera.

Il cibo usato con sobrietà, mangiato nel segno della fratellanza, dura sempre;basta per ogni uomo si fa segno di sapienza.Il cibo accumulato con avidità, consumato nell’egoismo, non basta mai, per nessuno; diventa segno di stoltezza:un miliardo e mezzo di uomini si ammala perché troppo grasso;quasi un miliardo di uomini si ammala e muore per denutrizione .(dal nostro racconto)

Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione.

“Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio…. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita”. ….
Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società.
La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.

Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”, a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. L’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinché la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità.
Parole di Papa Francesco liberamente prese dall’enciclica Laudato sii.

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