L’adorazione dei magi – Leonardo

Preludio

Ho fatto un sogno: era una fredda serata d’avvento;
con pochi amici, stavo partecipando ad una serata di “Arte e musica”.
Il professor Livetti si accingeva spiegare
una famosa Adorazione dei Magi, quando, d’un tratto,
arriva il grande Maestro, si proprio lui, Leonardo da Vinci.
“Questa immagine ve la voglio spiegare io – esordì –
perché ancor oggi circolano su di me false notizie.
Quando l’ho pensata, ero un po’ arrabbiato, lo confesso,
ma soprattutto preoccupato..
Non ne potevo più di quadri e affreschi,
dove la Natività era diventata pretesto
per fotografare i potenti e le loro corti.
Ma dove era finito il mistero?
Dove il capovolgimento dei valori
portati da quel bambino che è il Figlio di Dio?
E come evitare, io stesso, l’orgogliosa supponenza
di chi pensa di comprendere più degli altri?
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Ho pensato:
comincerò col mettere al centro Maria, come facevano le antiche icone.
Non è forse lei, la grande protagonista di questo evento?
“Vergine madre, figlia del tuo figlio”, cantava il divino Dante.
“Il re e signore di tutti si è invaghito della tua grazia,
ha deciso di sollevare il mondo con il tuo sì”, aveva scritto San Bernardo;
e proprio lei, nel Magnificat, aveva cantato:
“ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili;
ha guardato all’umiltà della sua serva
ed ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

 

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Tra gli umili, mi sono detto, devo mettere anche i Magi:
in fondo con pochi segni, hanno fatto tanta strada;
e nella loro ricerca appassionata,
sono davvero il simbolo di ogni uomo che cerca nell’umiltà,
che non pretende di avere la fede piena,
ma proprio per questo raggiungono la fede vera,
quella che esprimono nei loro doni:
oro, che significa Re;
incenso, che significa Dio;
mirra, che significa uomo mortale.

 

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C’erano poi i potenti,
tra loro anche chi aveva commissionato la tavola;
li ho voluti sconvolti, disordinati,
perché troppo spesso vivono in un ordine falso,
quando invece nel loro cuore c’è confusione,
smarrimento, pensieri nascosti…
Se vogliono scoprire il mistero, devono “cambiare,”
e trovare il coraggio di qualche gesto arrischiato.

 

 

 

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Non ho dimenticato la realtà del mondo;
anche voi, seppur vivete nel «Duemila», lo vedete bene:
è uno sfacelo, con la pazza bestialità della guerra,
la cattiveria umana e ogni altra violenza o stupidità.

Tutto questo però, l’ho lasciato sullo sfondo,
perché il centro della storia è Lui,
quel tenero Bambino in braccio a sua madre,
è Lui la forza per cambiare il nostro cuore e il cuore del mondo.

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Non vi sembri superbia la mia presenza sulla sinistra del cartone,
volevo solo testimoniare con molti altri,
indegno testimone, certo, ma portatore di un dono:
la capacità di consegnarvi qual cosa della rivelazione,
in forza della mia arte.

Leggo una domanda sui vostri volti:
“Ma perché non hai completato un’opera così grandiosa?”.
Taluno, ohimè, ha pensato che sia successo per vili questioni di denaro; compensi da me pretesi e che non mi furono concessi.

Confesso, a tratti l’ho pensato anch’io;
col tempo però, ho capito che è il Mistero stesso che rimane incompiuto;
manchi ancora tu nel dipinto;
manca il tuo volto, la tua scelta, il tuo Natale…»

 

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